Bota Scarpa INFINITY GTX

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Scarpa

 

Ipotizzare la forma delle cose che ancora non ci sono: questa sembra essere la storia di SCARPA, della famiglia Parisotto, una storia lunga settant’anni. Un percorso ricco di memorie, di tradizioni, di esperienze, oggi rivolte al futuro, in cui natura, divertimento e unicità sono i pilastri per riconoscere i prodotti che saranno vincenti domani, perché “nessun luogo è lontano”. 
 
Ripercorrere la storia dell’Azienda significa compiere un viaggio nell’evoluzione del costume italiano degli ultimi settant’anni e, soprattutto, scoprire le notevoli intuizioni e le particolari sensibilità della famiglia Parisotto. Una famiglia che ha avuto l’ambizione di trasformare lo scarpone da montagna e da lavoro, prodotto utile, in un vero e proprio oggetto di culto, il simbolo dell’Italia più vera, fatta di cose performanti, raffinate e sincere. Un percorso che nasce dall’artigianato in cui le abilità sono maturate lentamente grazie alla tenacia, alle competenze tecniche ed organizzative accumulate, un'azione dove il senso del tempo è forte; per diventare maestri nei tempi antichi ci volevano anni, occorreva la passione e la capacità di creare emozione, in altre parole il lavoro di SCARPA: la seduzione dell’imprevedibile.
 
SCARPA: alle radici di un sogno.
 
Una storia, quella dei Parisotto, densa di incontri tra le dolci colline di oliveti e di vigneti nella città di Asolo, in una terra che, spesso, si è trovata nei libri di storia per vocazione e non per caso. In una città, un luogo appunto, fra i più belli d’Italia, un luogo incantato che ha sedotto con il suo carattere personaggi celebri quali Eleonora Duse, Robert Browning, Pietro Bembo, Giosuè Carducci, Igor Strawinsky, Ada Negri, Gian Francesco Malipiero, Ernest Hemingway, Carlo Scarpa, Freya Stark, Wilma Neruda e tanti altri ancora. In un contesto così ricco di suggestioni e di intersecazioni, Luigi Parisotto inizia il suo apprendistato presso i migliori artigiani calzaturieri della zona. Nel 1942, in pieno conflitto mondiale, viene assunto dalla società SCARPA, un'azienda formata nel 1938 da Lord Rupert Edward Cecil Guinness, secondo Earl of Iveagh, proprietario terriero del comune di Asolo, facoltoso uomo di affari anglo-irlandese che fu Rettore dell’Università di Dublino fra il 1927 ed il 1962. Il Visconte anglo-irlandese visse nella bellissima casa che fu di Eleonora Duse; ricco, intelligente ed eccentrico, quello che oggi potrebbe definirsi un filantropo ed un intellettuale di confine, come poteva permettersi di essere un discendente dei Guinness, aveva deciso di mettere insieme gli artigiani più bravi nel lavorare la pelle e il cuoio fondando appunto la Società Calzaturieri Asolani Riuniti Pedemontana Anonima: S.C.A.R.P.A. Era il 1938, l’anno in cui vennero inventati la biro, il nylon, la xerografia.
 
All’inizio degli anni cinquanta, la svolta; Luigi, Francesco e Antonio Parisotto decidono di intraprendere una loro attività, tutta artigiana, in un luogo denso di simboli, nella vecchia stalla di proprietà della Curia. La famiglia al lavoro diventa una comunità al lavoro nella comunione delle persone e delle cose, la perfetta comunione umana. Nasce il primo marchio dei Parisotto: San Giorgio, in continuazione ideale con le tradizioni della loro terra, della loro cultura, del loro credo. Inizia così l’avventura imprenditoriale della famiglia in un clima conviviale, in armonia con i mastri calzolai e con la comunità di Asolo. Nel maggio 1956 un ulteriore turning point, l’acquisizione dell’azienda dove Luigi aveva iniziato il suo apprendistato: SCARPA. L’impegno è grande e vede coinvolta tutta la famiglia, sia da un punto di vista strettamente operativo, sia da un punto di vista patrimoniale. L’avventura non è semplice, il mercato è denso di rischi; tuttavia, grazie all’impegno dei 17 mastri calzolai, della tenace volontà dei tre fratelli Parisotto e all'indubbia qualità dei prodotti realizzati, nel giro di un decennio le calzature SCARPA acquisiscono una grande notorietà. La sfida è così vinta e la qualità SCARPA si afferma via via in mercati diversi. Nel 1965 un italo-americano di Boston scopre la superiore qualità delle calzature SCARPA e l’orizzonte si allarga ulteriormente: si avvia così la prima grande produzione destinata ai mercati nord-americani.
 
Negli anni settanta i prodotti destinati all’esportazione raggiungono la quota del 60% dell’intera produzione SCARPA, toccando parti diverse del pianeta dall’Europa alle Americhe, dall’Oriente all’Oceania, si afferma come un quality brand, in una storia in cui nessun luogo è davvero lontano.
 
Sul finire degni anni Settanta nuovi ambiziosi progetti prendono forma portando SCARPA alla ribalta internazionale per qualità e capacità innovativa. In particolare, lo scarpone da sci alpinismo Rally e lo scarpone d’alta quota Grinta si impongono all’attenzione degli sportivi come prodotti esclusivi e insuperabili. Lo scarpone Grinta viene adottato da numerose spedizioni alpinistiche e scientifiche sull’Himalaya (14 vette, tutti gli 8.000 del pianeta Terra) e in Antartide e dagli eserciti di molti paesi europei ed extra europei.
 
 
Negli anni Ottanta anche la seconda generazione della famiglia Parisotto si prepara e raggiunge rapidamente i vertici dell’azienda: Sandro, Piero, Cristina, Davide e Andrea Parisotto affiancano i genitori nelle loro attività. In questo “passaggio” si registra quello che potrebbe essere definito un processo di evoluzione della tecnologia da una situazione preesistente verso una più incisiva “svolta” innovativa. Il passaggio si manifesta nel progetto Terminator: il primo scarpone da Telemark interamente in materiale plastico. La conferma si ha poi con lo scarpone da sci-alpinismo in pebax F1. In tale quadro emerge, con particolare evidenza, il ruolo svolto dalla “nuova” generazione nell’adozione di un business model più orientato alla ricerca e alla knowledge-based economy.
 
Creare, immaginare e innovare partendo dalle tradizioni e dal patrimonio culturale dell’azienda: questa è la vera “anima” della società SCARPA. L’esperienza, il know-how accumulato che si diffonde lungo tutti i prodotti, anche quelli di uso quotidiano. Come il Marco Polo di Calvino che ricordava che senza pietre non c’è l’arco, SCARPA sa che senza l’esperienza non c’è la creatività, non c’è l’innovazione. E’ un pensare strategico che diventa un agire operativo: la capacità di connettere la visione di insieme e il singolo dettaglio, la consapevolezza e l’esperienza del saper fare, perché il fare è parte del pensare e del creare.
 
 
Quella che sta vivendo oggi SCARPA è una vera e propria rivoluzione, innescata dall’introduzione e dalla combinazione di materiali e di prodotti high-tech , eco-compatibili, frutto della ricerca più sofisticata. Tra i valori che accompagnano oggi la creazione di questi nuovi prodotti vi è il comfort fisico e psicologico, la qualità, ma anche la protezione dagli agenti esterni, “dalle difficoltà” dell’ambiente. Entrano così nella vita di tutti i giorni i materiali dalle superfici eclettiche, in grado di attivare reazioni di causa e di effetto, superfici che contribuiscono al mantenimento delle temperature, protettivi, resistenti ad ogni genere di sollecitazione: dove nessun luogo è lontano, dove ogni luogo è difeso e rispettato.
 
Le narrazioni di SCARPA sono avvincenti perché nascono in contesto culturale unico, irripetibile. Un contesto in cui le difficoltà, le emergenze non mancano, eppure, questa storia italiana è una storia di successi e di sacrifici, di cultura d’impresa. L’utilizzo delle capacità di sintesi, dello sviluppo creativo delle proprie competenze sia nell’innovazione graduale, quella tipica del miglioramento continuo, sia in quella radicale, è la risposta anche etica di un nuovo modo di fare impresa: con uno sguardo alle persone, non solo ai mercati. Per SCARPA la corporate social responsibility, è un pilastro per la sostenibilità dell’impresa e dello stakeholder network in cui l’azienda è inserita. Questo radicale cambio di prospettiva strategica e gestionale, che punta a rendere l’Azienda sempre più attenta alle esigenze dei differenti portatori di interessi (collaboratori, clienti, fornitori, comunità, ambiente) per creare e consolidare relazioni durature nel tempo, ha impatti significativi nelle scelte decisionali e attuative. E’ questo il fattore critico di successo per SCARPA, che sa mobilitare risorse e consensi per un sistema d’offerta ricco di valore e di valori. E’ proprio nel capitale umano la grande risorsa di SCARPA: collaboratori, distributori, clienti, tutti capaci di impegnarsi perché ascoltati e riconosciuti, attori di un processo che li vede tutti protagonisti in questa storia di successi. Responsabilità individuale e sociale, dunque, basata su un forte anelito etico, ma imprescindibilmente anche su una solida preparazione e un forte senso critico, una responsabilità che può essere così riassunta: essenziale, efficace, e, soprattutto, VINCENTE.


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